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non è altro sacerdote che lui: il qual vedete con quella
offrenda bestia in mano, e con un libatorio fiasco ap-
peso a la cintura. E perché l altare, il fano, l oratorio è
necessariissimo, e questo sarrebe vano senza l admini-
strante, però qua viva, qua rimagna, e qua persevere
eterno, se non dispone altrimenti il fato». Qua sug-
gionse Momo: «Degna e prudentemente hai deciso, o
Giove, che questo sia il sacerdote nel celeste altare e
tempio; perché quando bene arà spesa quella bestia
che tiene in mano, è impossibile che li possa mancar
mai la bestia: perché lui medesimo, et uno, può servir
per sacrificio e sacrificatone, idest per sacerdote e per
bestia». «Or bene dumque,» disse Giove, «da questo
luogo si parta la Bestialità, l ignoranza, la Favola disu-
tile e perniziosa; e dove è il Centauro rimagna la Sem-
plicità giusta, la Favola morale. Da ove è l Altare, si
parta la Superstizione, l Infidelità, l Impietà, e vi sog-
giorne la non vana Religione, la non stolta Fede e la
vera e sincera Pietade». Qua propose Apolline:
«Che sarà di quella Tiara? a che è destinata quella
Corona? che vogliamo far di essa?»; «Questa, que-
sta,» rispose Giove, «è quella corona la quale non
senza alta disposizion del fato, non senza instinto de
divino spirito, e non senza merito grandissimo, aspet-
ta l invittissimo Enrico terzo, Re della magnanima,
potente e bellicosa Francia; che dopo questa, e quella
di Polonia, si promette, come nel principio del suo re-
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - Spaccio de la bestia trionfante
gno ha testificato, ordinando quella sua tanto celebra-
ta impresa: a cui facendo corpo le due basse corone
con un altra più eminente e bella, s aggiongesse per
anima il motto: Tertia coelo manet. Questo Re cristia-
nissimo, santo, religioso e puro, può securamente di-
re: Tertia coelo manet, perché sa molto bene che è
scritto Beati li pacifici, beati li quieti, beati li mondi
di cuore: perché de loro è il regno de cieli . Ama la
pace, conserva quanto si può in tranquillitade e devo-
zione il suo popolo diletto; non gli piaceno gli rumori,
strepiti e fragori d instrumenti marziali, che admini-
strano al cieco acquisto d instabili tirannie e prenci-
pati de la terra: ma tutte le giustizia e santitadi che
mostrano il diritto camino al regno eterno. Non speri-
no gli arditi, tempestosi e turbulenti spiriti di quei che
sono a lui suggetti, che mentre egli vivrà (a cui la tran-
quillità de l animo non administra bellico furore) vo-
glia porgerli aggiuto per cui non vanamente vadano a
perturbar la pace de l altrui paesi, con pretesto d ag-
giongergli altri scettri et altre corone: perché Tertia
coelo manet. In vano contra sua voglia andaranno le
rubelle Franche copie a sollecitar gli fini e lidi altrui;
perché non sarà proposta d instabili consegli, non
sarà speranza de volubili fortune, comodità di esterne
administrazioni e suffragii, che vagliano con specie
d investirlo de manti et ornarlo di corone, toglierli
(altrimenti che per forza di necessità) la benedetta cu-
ra della tranquillità di spirito: più tosto leberal del
proprio, che avido de l altrui. Tentino dumque altri
sopra il vacante regno Lusitano; sieno altri solleciti
sopra il Belgico domino. Perché vi beccarete la testa e
vi lambiccarete il cervello, altri et altri prencipati?
perché suspettarete e temerete voi altri prencipi e re-
gi, che non vegna a domar le vostre forze, et involarvi
le proprie corone? Tertia coelo manet. Rimagna dum-
que» conchiuse Giove, «la Corona, aspettando colui
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - Spaccio de la bestia trionfante
che sarà degno del suo magnifico possesso. E qua ol-
tre abbia il suo solio la Vittoria, Remunerazione, Pre-
mio, Perfezzione, Onore e Gloria: le quali, se non son
virtudi, son fine di quelle».
saulino Or che dissero li dèi?
sofia Non fu grande o picciolo, maggiore o minore,
maschio o femina, o d una e d un altra sorte, che si
trovasse nel consiglio, che con ogni voce e gesto non
abbia sommamente approvato il sapientissimo e giu-
stissimo decreto Gioviale. Là onde fatto tutto allegro
e gioioso il summitonante, s alzò in piedi e stese la de-
stra verso il Pesce australe, di cui solo restava a defini-
re, e disse: «Presto tolgasi da là quel pesce, e non vi ri-
magna altro che il suo ritratto; et esso in sustanza sia
preso dal nostro cuoco: et or ora, fresco fresco sia
messo per compimento di nostra cena, parte in cratic-
chia, parte in guazzetto, parte in agresto, parte accon-
cio come altrimenti li pare e piace, accomodato con
salza romana; e facciasi tutto presto, perché per il
troppo negociare io mi muoio di fame, et il simile cre-
do de voi altri anco: oltre che mi par convenevoli che
questo purgatorio non sia senza qualche nostro pro-
fitto ancora»; «Bene, bene, assai bene,» risposero tut-
ti gli dèi, «et ivi si trove la Salute, la Securità, l Utilità,
il Gaudio, il Riposo e somma Voluttade, che son par-
turite dal premio de virtudi, e remunerazion de studi
e fatiche». E con questo festivamente usciro dal
conclave: avendo purgato il spacio oltre il signifero,
che contiene trecento e sedeci stelle segnalate.
saulino Or et io me ne vo alla mia cena.
sofia Et io mi ritiro alle notturne contemplazioni.
fine
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - Spaccio de la bestia trionfante
Figura 1
[Cfr. p. 161]
Figura 2
[Cfr. p. 162]
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - Spaccio de la bestia trionfante
Figura 3
[Cfr. p. 162]
Figura 4
[Cfr. p. 162]
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